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al testo di Redazione LaRecherche.it
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Ogni giorno vesto l’armatura, porto anche l’arco, le frecce, lo scudo, indosso il casco come l’elmo di Scipio, e qualunque copricapo, variabile come il tempo, a proteggere la testa, così instabile
riecheggia e suona ogni dì una musica nuova scompigliata e dilatata melodia d’accadimenti, ordinata cabaletta di ricordi, stanzetta di memoria, sempre a passo lieve e piè veloce in un dove presente ma lontano, umido e vischioso, dove perdo ad ogni semaforo dell’armatura un tratto
e mi chiedo dove sto andando, dove vanno tutti gli elementi, tutte le particelle della vestitura, granelli che frantumano sotto i ponti lungo fiume o fondigli a disciogliersi in mare, a sfaldarsi in una risacca solo mia
ma è di tutti la stessa domanda
se qualcosa si salva di noi dalla dimenticanza, se in quel dopo a disperdersi a terra c’è pace.
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